Un inno alla vita di tutti i
giorni. Mastica e sputa da una parte il miele e da un’altra parte la cera. Come
la vita di tutti i giorni che ci riserva la durezza della fatica del lavoro per
ottenere le cose belle che ci servono per vivere. Ma per Fabrizio non si
tratta di questo, per lui si tratta della durezza della vita da bambino, quando
incontra la sua amica del cuore, Nina Manfieri, che giocava sull’altalena. Ho
visto Nina volare è proprio il racconto di un bambino, Fabrizio, che s’innamora
della sua amica mentre vola sull’altalena. Da quel momento arriva il timore del
padre che se lo scopre dovrà cambiar paese. Quand’eravamo piccoli tutti ci
siamo innamorati e abbiamo avuto il timore dei genitori che ci scoprivano come
se era una cosa proibita, una cosa strana. Infatti quando dice “stanotte è
venuta l’ombra che gli fa il verso” gli mostrerà il coltello per difendersi e
la sua maschera, come facevamo tutti da piccoli, quando nel lettino, la sera, avevamo paura allora pensavamo come degli eroi che dovevamo uccidere i nostri nemici e ci
trasformavamo in viso. E' quindi
l'immagine di un ragazzo che vive la sua battaglia quotidiana, insieme ai suoi
segreti, tra cui c'è anche lo stesso amore per Nina. Un ricordo visto da
lontano, però, con la mentalità d’adulto. Infatti non è solo Fabrizio a
scrivere questa canzone ma anche Ivano Fossati. E’ una canzone scritta a
quattro mani ed ha un doppio senso: quello del ricordo di Nina ma anche quello della
libertà di tutti. La vita di tutti. Mastica e sputa è una tradizione della città
di Matera, oggi purtroppo già estinta, quasi due secoli. Le donne più anziane dedite all'antico mestiere
dell'apicoltura, sembra che usassero masticare fettine di favo, all'uopo
preparate, per ore ed ore, ottenendo in tal modo la separazione del miele dalla
cera. Queste due preziose sostanze venivano quindi espulse dalla bocca in
appositi recipienti, e quindi, pronte per l'uso. Ecco allora il doppio
senso che coincide con le fatiche della vita nel realizzarsi con il lavoro. La
musica è un via vai, come un dondolare sull’altalena, proprio come faceva Nina.
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