lunedì 20 maggio 2013

Di Luigi Garlando da "Camilla che odiava la politica"


"La mia scuola è una scatola di mattoni rossi, una vecchia scatola che cade a pezzi. Paludate ha i muratori più istruiti del mondo, perchè sono sempre in classe per aggiustare un pezzo di soffitto che cade, una tubatura che gocciola o cose del genere. Qualche anno fa ci hanno promesso una scuola nuova. E in effetti hanno cominciato a costruirla, che l'hanno piantata a metà, senza tetto né finestre..... La bidella mi ha spiegato che a un certo punto non sono arrivati i soldi per i lavori, o forse i soldi sono arrivati, ma qualcuno li ha spesi per fare altre cose. << La politica >>...... Nelle Scuole Nuove un giorno si sistemarono gli zingari con le loro roulotte. Molti protestarono. Ci fu addirittura una fiaccolata con i cartelli per le strade di Paludate...Il papà di Giampi urlava al megafono: 'ripuliamo Paludate'. A me sembra una gran stupidata. Anche le rondini vengono ogni anno da lontano per annunciarci la primavera. Dovremmo forse cacciarle dai nostri tetti solo perchè non ci abitano a Paludate?" 

La POLITICA è IL CAPITO, cioè capire i bisogni delle persone e impegnarsi per soddisfarli. La politica riempie il vuoto che separa chi comanda da chi obbedisce. In una democrazia tutti devono partecipare al governo della città o dello Stato. Noi attraverso le elezioni scegliamo le persone più adatte a difendere le nostre idee, a soddisfare i nostri desideri e a creare le leggi che riteniamo più giuste. Queste persone si occupano di politica per mestiere e si chiamano, appunto, politici. A seconda delle loro idee e delle soluzioni per risolvere i vari problemi, i politici si dividono in gruppi diversi, che si chiamano partiti. Se in un paese c’è un partito solo, non esiste la democrazia, perché non sono rappresentate le idee di tutti. I partiti che ricevono più voti cioè più fiducia dalla gente, hanno il compito di governare, di fare le leggi e di provare a risolvere i problemi a modo loro. Rappresentare le nostre idee è il mestiere dei politici che per ciò ricevono uno stipendio pagato dai cittadini. È giusto, perché i politici si impegnano a far funzionare la città o la nazione, che appartengono a tutti. La parola ministro deriva da MINISTRUM che significa SERVO. Il politico prima di tutto deve essere un servitore a servizio della gente che ha bisogno e che lo ha eletto per risolvere i suoi problemi.
Solo che la parola ministrum è stata capovolta e i politici oggi non sembrano più dei servi, ma dei padroni. Approfittano del potere che hanno per diventare potenti, ricchi e famosi. Un tempo i soldi servivano per fare la politica ma ora è la politica che serve a far fare i soldi ai politici. La politica vera, quella buona, è racchiusa in tre parole: ascoltare, partecipare, servire. IL CAPITO, POLIS, MINISTRUM.

Di Luigi Garlando da "Camilla che odiava la politica"