martedì 4 gennaio 2011

ESKIMO

Pensandoci bene, l'abbiamo voluta noi, in Italia, la gente come Marchionne. Li abbiamo voluti noi questi governanti che ci stanno facendo sprofondare nel più scuro dei baratri mai visti nella storia della nostra repubblica. No, non è così, io non li ho voluti, però la democrazia dice che sono italiano e lo devo accettare. Sono italiano anche se  mi  vergogno di esserlo per colpa di gente come Berlusconi, Dell'Utri, Violante e D'alema. Mi hanno dato del bamboccione e per dimostrare che non lo ero ho fatto il mutuo, comprato casa e sono andata a vivere da solo. Mi stanno cancellando il mio contratto da operaio metalmeccanico e devo stare zitto, non devo manifestare, eventualmente devo lavorare in silenzio se proprio voglio protestare. Se manifesti, i celerini, ti bloccano dietro i cancelli del porto di Civitavecchia, ti picchiano e ti mandano all'ospedale.  Mi vergogno di essere italiano, o, quanto meno, mi vergognavo fino a domenica sera, quando ho visto ragazzi, come Valerio, Marialaura, Simone e Claudio, che presentavano una nuova associazione socio-culturale. ESKIMO, il nome dell'associazione. Un'associazione piena di idee e di voglia di cambiamento, fatta da ragazzi di buona volontà. Se oggi non mi vergogno di essere italiano è grazie a questi ragazzi. Questa è l'Italia di cui io faccio parte, l'Italia di Valerio, Marialaura, Simone e Claudio.
Voglio pubblicare un pezzo del discorso che ha fatto Valerio: "Noi siamo un’associazione che si occupa di sociale, non in termini di carità, ma sociale nel senso di cercare di affrontare temi e di dare risposte a questi temi che interessino la collettività, la società, e culturale nel senso che guarda alla cultura, alla conoscenza, al sapere quali strumenti per  offrire tali risposte. Che guarda proprio alla diffusione della conoscenza come arma per affrontare la malattia dell’oscurantismo e dell’inettitudine sociale. Poi l’aggettivo giovanile, che sta a sottolineare l’identità anagrafica di questo gruppo, un gruppo di giovani, ragazze e ragazze, stanchi della realtà che ci circonda e pronti a mostrare che, nell’era del grande fratello e di uomini e donne, c’è ancora una fetta di società e di giovani che non ci sta, che non vuole omologarsi, che ha ancora un minimo di senso critico per dire no e per avanzare una nuova proposta, possibilmente alternativa agli schemi convenzionali tradizionali. Un gruppo di giovani stanchi di questa situazione in cui se sei figlio di qualcuno vai avanti, mentre se sei figlio di nessuno resti a marcire nel tuo anonimato. E la scelta stessa di proporre una ragazza come presidente dell’associazione, discende non solo per le capacità e le competenze della stessa Marialaura, ma anche e perché  nell’era del bunka bunka, avere un presidente donna, è di per sé un fatto spiazzante, rivoluzionario.Perché c’è ancora chi riesce a dire no, chi riesce ad indignarsi, chi ha ancora la forza ed il coraggio di dire che “ il nostro futuro e il futuro  della nostra terra lo vogliamo costruire noi”, che non siamo disposti a chinare il capo di fronte alle vostre assurde meschinità, che siamo stanchi di una classe dirigente incompetente e fallimentare, siamo stanchi di una classe politica che in un momento storico sociale del genere, non sappia parlare d’altro che di fiducia sì-fiducia no, di compravendita di parlamentari… siamo stanchi di questa classe politica del “ghe pensi mì”. Siamo stanchi una classe politica che anzicchè provare a cambiare questo schifo di sitema, non sappia proporre altro che cambiare la legge elettorale. Basta! Noi vogliamo dire basta! Noi vogliamo parlare d’altro, vogliamo proporre altro. Vogliamo poter ascoltare e pronunciare parole nuove, vogliamo provare a respirare un’aria nuova, un nuovo profumo da opporre al puzzo dell’inettitudine generale."


1 commento:

  1. Aggiungerei: Noi vogliamo (mi ci metto anche io ché mi sento come voi) ridare dignità alla classe che tiene a galla il mondo intero, attraverso, spesso, sacrifici indicibili, e troppo spesso, se non sempre umiliata: la classe operaia!
    Un abbraccio Pietro!

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