lunedì 8 febbraio 2010

Sul fondo del Sand Creek

SAND CREEK è una storia che sconoscevo fino a ieri. Così dopo avere ascoltato più volte la splendida canzone di De Andre, "Fiume Sand Creek",  ho voluto fare un approfondimento.

La battaglia (o meglio massacro) di Sand Creek è un episodio abbastanza noto della storia americana, ambientato in Colorado nel 1864, durante la guerra di secessione. All’epoca, i Cheyenne meridionali stanziati nella zona erano in rivolta, poiché la riserva del Sand Creek in cui erano stati confinati da tre anni non era in grado di sostentare la popolazione, in quanto troppo lontana dai percorsi delle mandrie di bisonti. Il campo Cheyenne si trovava in un'ansa a ferro di cavallo del Sand Creek a nord del letto di un altro torrente quasi secco. Vi erano quasi seicento indiani nell'ansa del torrente, due terzi dei quali donne e bambini. I capi dei Cheyenne erano Pentola Nera, Antilope Bianca, Copricapo di Guerra. Poco distante vi era il campo Arapaho di Mano Sinistra.

All'alba del 29 novembre 1864, il colonnello Chivington fece circondare l'accampamento, nonostante gli accordi presi e anche se nel mezzo del villaggio sventolava la bandiera americana, comandò l'attacco contro una popolazione inerme che quasi niente fece per reagire. Gli episodi sconvolgenti - come venne testimoniato dagli stessi indiani e da molti altri bianchi che parteciparono al massacro - non si contarono. I corpi di uomini, donne e bambini vennero orrendamente mutilati e oltraggiati.
 
Ascoltate la canzone che è bellissima,  o se volete fare un approfondimento cliccate qui



Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale
c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek

Quanto tempo deve ancora passare per capire qual è il vero senso della vita! La storia si ripete sempre ma non ha mai insegnato nulla o non si vuole imparare da lei. La storia è l'unica protagonista della creazione dell'essere umano, l'unica che resta immobile e che fa sempre male quando la si ripercorre. Impariamo da lei.

7 commenti:

  1. I nativi Americani, da sempre, esercitano su di me un influsso benevolo e mi incutono un rispetto per le leggi della natura, che solo attraverso la loro storia ho saputo codificare.
    La dichiarazione del capo Seattle ne è una dimostrazione lampante e sempre attuale, che chiunque volesse ascoltarla, ne trarrebbe insegnamento e saggezza.
    Se ne parla in Blog Drome, in un post di Daniela .
    Facci visita se ti va.
    Ciao_
    Roby

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  2. Forse adesso ho capito il perchè Dio si è rivelato solo a un tipo di Uomo, perchè gli altri non avevano bisogno di vederlo in carne ed ossa. Perchè gli altri l'avevano già dentro e lo sapevano già.

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  3. Ottima riflessione.
    Io non me lo sono mai posto come interrogativo, però, pensandoci, non può che essere così.
    Ovviamente non tutti i nativi americani avevano questa seggezza, ma la stragrande maggior parte avrebbe potuto, se solo lo avessimo capito - e permesso - insegnarcela. Con il loro apporto, sono convinto che vivremmo in un modo migliore.
    Pura utopia.

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  4. Caro Roby, ho appena finito di vedere AVATAR e mi ricorda tanto il discorso del capo Seatlle. Avrò tanto da dire sabato prossimo ai miei ragazzi.

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  5. Prima o poi lo vedrò anche io quel film. Questo tuo commento mi rende ancora più curioso.

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  6. Ottima riflessione e che il tempo ci fa perdere di vista i veri ed unici ibiettivi della vita di ciascuno di noi . Il tempo ci fa dimenticare e invece dovremmo proprio ricordare per non ripeterci negli stessi errori .

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  7. c'è pemme so morti tutti e... BECCATEVI STI SPICCI

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